IL GOVERNO EVITI LA CATASTROFE NEL SULCIS

Pubblicato il da sandro cherenti

ALCOA, PALOMBA (IDV)

 «Se l'Alcoa di Portovesme chiuderà sarà una catastrofe sociale annunciata: andrebbe in fumo il 15 per cento del PIL del già poverissimo Sulcis e sarebbe annientata l'intera filiera dell'alluminio e l'indotto, compresa la centrale ENEL».

Lo ha detto il deputato dell'Italia dei Valori Federico Palomba illustrando al Question Time della Camera l'interrogazione al ministro Passera sulla vicenda Alcoa denunciando il fatto che il Governo non ha voluto incontrare le RSU della fabbrica. «Alcoa è obbligata a mantenere la produzione fino al 31 dicembre 2012. - ha detto Palomba - cosa farete per imporglielo? Gli impianti non possono essere assolutamente fermati, perché ciò significherebbe la fine della produzione. Cosa farete per impedire la fermata? Ritenete che la produzione dell'alluminio sia strategica per l'Italia, oltre che per il Sulcis? Quali azioni conseguenti e decisive intendete porre in essere? Quali passi intendete fare presso ENEL per imporre accordi bilaterali sulla riduzione della bolletta energetica? Ci aspettiamo finalmente da voi una risposta confacente alla drammatica emergenza e in totale discontinuità rispetto al colpevole immobilismo del Governo precedente». L'interrogazione è stata presentata dall'onorevole Palomba insieme al presidente dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro che in sede di replica ha detto: «Gli impianti non devono fermarsi, la procedura di mobilità deve essere ritirata e va individuata una soluzione industriale, attraverso accordi bilaterali con produttori di energia, al fine di rendere competitivo lo stabilimento italiano. La produzione dell’alluminio – ha proseguito Di Pietro - è strategica per l’economia italiana e lo è per la sopravvivenza di un intero territorio: il Sulcis. Il problema, quindi, non è attendere cosa farà l’Alcoa ma capire come il Governo intenda incalzare la multinazionale per venire incontro alle esigenze dei lavoratori e trovare quella soluzione che, oggi, cinquanta di loro avrebbero voluto ribadire al ministro Passera se questi non avesse fatto il latitante come sta facendo anche in Parlamento. Ricordiamo che l’Alcoa è sotto penale da parte dell’Unione europea. Deve pagare 300 milioni di euro. Infatti, dopo aver ricevuto un mare di contributi dallo Stato italiano e dall’Ue, il 1 gennaio 2012, ha deciso improvvisamente di chiudere lo stabilimento italiano e di licenziare tutti i lavoratori. Questa volta, l’azienda deve pagare tutto e restituire quello che ha preso. Il Governo, attraverso il ministro Passera, convochi Enel e i nuovi protagonisti industriali al fine di promuovere un accordo bilaterale. Infatti, se venisse spento l’impianto che produce alluminio non si potrebbe riaccenderlo il giorno dopo ma rimarrebbe spento per sempre". "Per non far morire la speranza dei lavoratori – ha concluso Di Pietro - deve riaccendersi la buona volontà del Governo nel proporre una seria politica industriale per il Sulcis e l’intero Paese».

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