La posizione della CGIL al Tavolo con i Ministri Passera e Barca

Pubblicato il da sandro cherenti

              di Roberto Puddu 

 Mercoledì 14 novembre 2012 alle ore 14.50

Intervento CGIL – incontro con Ministri Passera e Barca – Carbonia 13/11/12

 

Per scelta della nostra organizzazione parlo per la CGIL ai 3 livelli territoriale, regionale e nazionale, che sono qui presenti a certificare ancora una volta l’attenzione e la partecipazione attiva alla vertenza del Sulcis Iglesiente.

Anche noi ci associamo al ringraziamento per la vostra venuta al Sulcis. Noi avremmo preferito un altro metodo, quello del confronto o almeno dell’istruttoria che si richiama ad una buona pratica relazionale, che non c’è stata e che dopo aver ascoltato con attenzione l’introduzione del sottosegretario De Vincenti pare non ci possa essere neanche oggi. Comunque vi diamo atto che la vostra presenza nel territorio è un segno di attenzione, di riconoscimento della gravità della situazione, che ci mettete la faccia.

 

Non crediamo sia il caso di ritornare sulla situazione della crisi del territorio! riprendo solo 3 numeri: 129.000 abitanti – oltre 40.000 (in età da lavoro) fra disoccupati e lavoratori sotto ammortizzatore sociale, ai quali, per la legge dei numeri, se ne aggiungeranno altri 3.000 (1.000 diretti e 2.000 derivati) con la chiusura in atto di Alcoa; e infine con 2 donne su tre che non hanno avuto e non hanno alcuna opportunità di lavoro.

 

E poi non si può non dire che questo disastro è esploso a seguito della chiusure a catena di questi 3 scorsi anni: la Rockwool, una fabbrica e un’esperienza rubata al territorio con le sue macchine che ora producono in India, e con il resto dei suoi lavoratori da ieri hanno iniziato una ulteriore lotta estrema contro l’inerzia della regione nel dare corso all’accordo per la loro ricollocazione. Un accordo che, INSIEME abbiamo sottoscritto ormai da un anno; dell’Eurallumina, di 1 impianto della Portovesme srl, della ILA, della SMS, del crollo degli appalti e di conseguenza dell’artigianato, del commercio.

 

Crisi che avrebbe avuto bisogno di contrasto da parte dello Stato. E lo Stato invece vi contribuisce con tagli e limitazioni agli EE.LL.; si ritrae dal territorio con la chiusura e l’accentramento delle Strutture e Presidi dello stato, che fanno perdere altre migliaia di opportunità di lavoro negli investimenti e nei servizi pubblici, nella scuola, e nella sanità, dove i parametri della contestata spending rewiew sono paradossalmente più alti rispetto al nostro esistente.

 

Capite dunque che sulla vostra presenza qui e oggi, c’è un’aspettativa enorme e c’è in gioco ben più del semplice accordo da sottoscrivere al termine di questa giornata.

 

C’era attesa per conoscere la dimensione delle risorse che si mettono realmente a correre – quelle vere che diano immediato impulso alla ripresa… (visto che non ne avete fatto cenno... ve lo possiamo chiedere se almeno è vostra intenzione accogliere la proposta che vi abbiamo fatto sulla destinazione al territorio dei 300 milioni di € che l’Alcoa deve restituire?); quelle che non siano una ripetizione delle stesse somme che sono capitoli di spesa di attività ordinarie o già previste e in ritardo di anni o addirittura appaltate, come quelle sul dragaggio del Porto industriale di Portoscuso? Quelle che passano da un accordo ad un altro senza produrre alcun effetto oltre all’ennesimo annuncio - quelle che invece siano accompagnate da un preciso programma per far ripartire e diversificare l’economia, valorizzando le non poche opportunità che il territorio offre in ogni settore, a partire dalla cultura del lavoro nella produzione industriale, che è un patrimonio di competenze, tecnologia, professionalità, da salvaguardare.

 

Cari Ministri e Presidenti, c’era attesa sugli impegni concreti ed esigibili in merito alla ripresa delle attività industriali; al risanamento e bonifica del territorio martoriato dalle attività che hanno permesso la rinascita a questo Paese e di cui lo Stato ha responsabilità diretta; Quello Stato che, a proposito di risorse, 3 anni fa ci ha portato via 700 milioni di € (500 area rischio ambientale – 200 per zone minerarie dismesse), motivandole come necessarie per il terremoto del Molise al quale però non sono mai arrivate.

 

C’era attesa in merito all’accoglimento delle proposte che conoscete per lo sviluppo e valorizzazione delle opportunità che non sono poche ma che abbisognano di assunzione di piena responsabilità anche operativa da assegnare ad una cabina di regia con responsabilità di fare e rendicontare il fatto.

 

Pratica che occorre per la valorizzazione del nostro Carbone, come per la vera nascita del Parco Geo minerario. Parlavate di Strumenti di gestione… uno c’è già ed è uno strumento che da altre parti in Europa è diventato un importantissimo volano di occupazione e che qui invece rimane appeso all’inefficienza politica che viene addirittura aggravata dalle diverse vedute e dai conflitti fra vedute dei funzionari dei ministeri e della regione.

 

Uno strumento quindi già esistente, che insieme alle infrastrutture necessarie che non sto qui a elencare – mi limito a citare il tema della mobilità da e per l’isola e l’apparentemente banale (perche il treno ci passa a qualche centinaio di metri) quanto necessaria stazione ferroviaria all’aeroporto – sono fondamentali per l’enorme possibilità di sviluppo nel settore del turismo, dell’agroindustria, della valorizzazione del settore nautico e della pesca intesa come porti, ma anche come cantieristica e infrastrutture necessarie per la lavorazione e conservazione del pesce. Il tutto considerato che su questi settori il territorio è praticamente all’anno zero.

 

Per fare questo capite bene che occorrono risorse vere, investimenti specifici, mirate pratiche incentivanti ad esempio con la fiscalità di vantaggio; un allentamento per quanto possibile dalle norme, dei vincoli alle amministrazioni locali; un coerente e compiuto progetto per l’istruzione e la formazione: un tema che dovrebbe essere centrale in qualsiasi progetto di sviluppo ed aggressione alla drammatica fase di crisi che voi marcate con la vostra presenza qui e oggi. Quello è o no il primo e più importante investimento che un Paese deve mettere in conto per aggredire la crisi e guardare al domani? Noi riteniamo che sia indispensabile e per questo servono scelte, piani specifici, risorse indirizzate, che hanno bisogno di decisioni che non abbiamo sentito - e infine – ma mi fermo qui solo per il tempo a disposizione – servono e sono necessarie pratiche di buona amministrazione e controllo; fondamentali per riavere la fiducia persa dalle istituzioni.

 

E qui il Governo e la Regione, Voi, dovete dare un colpo di reni, perché i segnali della preoccupante rottura della coesione sociale sono decisamente forti e la fiducia è giustamente ai minimi termini. Fiducia da recuperare sia dalla gente che dal mondo delle imprese, degli investitori.

 

Un progetto e una programmazione strategica che il territorio ha pazientemente costruito, elaborato e condiviso fra tutte le parti istituzionali e sociali. Una proposta compiuta che vi mettiamo a disposizione e che vorremmo fosse perseguita con determinazione e coerenza.

 

Poi l’affidabilità; il respiro di almeno medio periodo dei provvedimenti come la superinterrompibilità per abbattere i costi energetici, che va nella giusta direzione ma che ha una limitazione temporale non adeguata per chi deve impegnarsi in investimenti di quella dimensione; la certezza delle normative; dei tempi autorizzativi la coerenza nel perseguirle e nel dargli applicazione; la realizzazione e conferma degli impegni e degli accordi che si sottoscrivono e si assumono, sono condizioni fondamentali anche per il mantenimento e la ripresa delle produzioni industriali – e sia chiaro che senza l’industria questo territorio non esiste - o turistiche, per attirarne delle altre e dunque per dare corso alla rinascita, perché di questo si tratta, e garantire un futuro ad un intero territorio.

 

Quello che vediamo anche in questi giorni non va proprio in quella direzione e non è scontato che per questi motivi si corra il rischio di perdere anche l’ultima fabbrica del Polo industriale. Mi riferisco alla decisione di pretendere il pagamento immediato di 17 milioni di € dalla Portovesme srl.

 

Una cifra di non poco conto, peraltro lievitata di ben 5 milioni per il sistema degli interessi, derivante da sconti energetici concessi in base ad una Legge di questo Paese poi contestata dalla Commissione Europea. Un’accelerazione della richiesta di pagamento che contrasta con gli impegni assunti a più riprese rispetto alla volontà di attendere l’esito del ricorso presentato dall’azienda che ha in carico oltre 1200 lavoratori. Accelerazione che potrebbe essere mal vista appunto anche da chi è impegnato nell’unico investimento in corso nel territorio.

 

Infine chiudo con il tema che riguarda la gestione della crisi, un tema comunque imprescindibile per i dati che ho ricordato poco fa. Crisi certificata dai fatti e che, anche andando tutto bene, produrrà effetti per un discreto lasso di tempo..

 

Noi crediamo ci sia la necessità di un protocollo di gestione, che nell’alveo delle normative vigenti, possa operare rapportando le iniziative di ripresa e sviluppo di nuove attività, con la necessità di gestione del dramma in atto della perdita del lavoro, soprattutto verso chi ha le minori tutele: le lavoratrici e i lavoratori del sistema degli appalti e dell’indotto.

 

Per economia di tempo, unitariamente, vi abbiamo fatto avere una bozza da discutere e ci spiace non averne neanche sentito parlare.

Dispiace che oggi non ce ne viene data la possibilità, ma avremmo voluto che questo tema fosse accolto da questo tavolo e inserito in un protocollo frutto del confronto che impegnasse tutte le Parti (ognuno rispetto al proprio ruolo e responsabilità). In ogni caso per noi è un tema che deve essere affrontato con convinzione in funzione del vostro stesso riconoscimento della gravità della situazione di questo territorio.

 

Il risultato di questa giornata sarà il segno per molto tempo della vostra venuta nel territorio. Ma Il Piano Sulcis per noi aveva ed ha un altro significato e capite che è cosa ben diversa da ciò che sottoscriverete fra voi rappresentanti delle Istituzioni.

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