Senato: interrogazione sulla vertenza Rockwool

Pubblicato il da sandro

Il senatore Francesco Sanna interroga l'on. Berlusconi, ministro dello Sviluppo Economico ad interim, per avere risposte sulla vertenza

INTERROGAZIONE

On. Silvio BERLUSCONI
Ministro dello Sviluppo Economico ad interim


Per sapere, premesso che

la società Rockwool Italia spa sviluppa in Italia la produzione di lana di roccia, un prodotto coibentante utilizzato per l’isolamento termico e acustico in edilizia, in un unico stabilimento situato in Sardegna, nella zona industriale di Iglesias;

la società è totalmente controllata dall’omonimo gruppo danese, Rockwool International SA, leader nel mondo nelle tecnologie per la lana di roccia, che conta ventuno stabilimenti in Europa, Nord America e Asia, con circa 8.000 dipendenti ed un fatturato di 1.8 miliardi di euro nell’anno 2008, dichiarati nella sua comunicazione istituzionale;

Rockwool International SA ha acquisito lo stabilimento italiano nel 1999 da una società controllata dalla Regione Autonoma della Sardegna, che lo aveva realizzato utilizzando gli incentivi statali previsti dalla legge 221/1990;

nei suoi dieci anni di produzione in Italia, Rockwool ha acquisito una parte rilevantissima del mercato nazionale della coibentazione;

Considerato che

nel 2005 Rockwool International SA decide di costruire in Croazia, e più precisamente in Istria , a pochi chilometri da Trieste, una nuova  fabbrica; questa, per dimensioni e capacità produttiva, risulterà tra le più grandi del gruppo Rockwool, entrando in produzione due anni dopo. Gli stabilimenti italiano e croato vengono fatti confluire in un’unica organizzazione produttiva chiamata Rockwool Adria;

nello stabilimento italiano, nel frattempo, si introduce il ciclo continuo di lavorazione e si raggiungono risultati di qualità e produzione (circa 32 mila tonnellate/anno) che nell’anno 2007 gli fanno conseguire il più importante premio del Gruppo quale unità produttiva capace di compiere il migliore salto di qualità e portarsi vicino agli obiettivi fissati da Rockwool International;

nell’aprile 2009, Rockwool annuncia la chiusura dello stabilimento di Iglesias, colloca in Cassa Integrazione 78 lavoratori (e quasi altrettanti perdono il lavoro nell’indotto) e cessa la produzione;
in dieci mesi, i tentativi posti in essere dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalla Regione Autonoma della Sardegna per tentare di trovare un imprenditore che sostituisca la società danese nell’esercizio dello stabilimento si sono rivelati vani;

ciò si deve, a parere dell’interrogante, certamente alla insufficienza degli sforzi nella ricerca di acquirenti ed al ciclo economico negativo, ma soprattutto al rifiuto della proprietà di cedere lo stabilimento industriale mantenendone l’integrità produttiva. Confermano tale esplicito orientamento del gruppo danese le recenti visite tecniche agli impianti che sembrano chiaramente finalizzate a programmare lo smontaggio dei macchinari ed il loro trasferimento all’estero;

si delinea così una chiara strategia della proprietà, la quale lungi dal voler ricercare con il sindacato dei lavoratori e con le istituzioni nazionali e locali, a ciò resesi disponibili, azioni strutturali per migliorare i margini economici della produzione di lana di roccia, intende procedere alla delocalizzazione della produzione;

complementare alla strategia aziendale di delocalizzazione è il mantenimento della quota di mercato italiano sino ad oggi conquistata, che viene in questo momento soddisfatta interamente dalla produzione estera di Rockwool, in un contesto che non vede alcuna concorrenza di altri produttori nazionali di lana di roccia;

la quota di mercato della lana di roccia è probabilmente destinata ad espandersi ulteriormente a favore di Rockwool  per la prosecuzione nel Paese di politiche fiscali di favore verso le ristrutturazioni edilizie e - ancora più vantaggiose -  verso il risparmio energetico negli edifici. Si tratta di interventi che vedono un massiccio utilizzo dei prodotti coibentanti. Mentre Rockwool decide di lasciare l’Italia, l’Italia diventa per essa un mercato ancora più interessante.

Tutto ciò premesso, l’interrogante chiede di sapere

quale  attività abbiano svolto gli Uffici del Ministero dello Sviluppo Economico, e con quali esiti, per rintracciare tra gli attori europei del settore eventuali sostituti di Rockwool nell’esercizio degli impianti italiani localizzati ad Iglesias;

se il Governo abbia in animo di attuare politiche industriali di contrasto della delocalizzazione degli impianti produttivi del Paese;

se ritenga sufficiente per rendere efficace tale contrasto l’attuale apparato normativo applicabile alla insolvenza delle imprese ed alle crisi industriali;

se, invece, non ritenga di dover adottare – ravvisati i casi straordinari di necessità ed urgenza richiesti dall’articolo 77 della Costituzione – anche con decreto legge, provvedimenti che consentano di riattivare con diverso imprenditore attività economicamente sostenibili abbandonate in forza di decisioni di delocalizzazione produttiva, specie quando per la realizzazione delle unità produttive in questione  fossero stati utilizzati aiuti di stato.

Roma, 5 maggio 2010

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