Nessuna offerta per la ex Ila

Pubblicato il da sandro

Deserta l'asta per cedere la fabbrica di laminati

 

La conferma ufficiale si avrà domani. Incertezza sul futuro dei duecento dipendenti

La ex Ila finisce all'asta ma non si fa avanti nessun pretendente. Alla scadenza della data fissata per la presentazione delle offerte, infatti, pare che non sia arrivata neppure un'offerta: così cresce l'incertezza per il futuro dei duecento dipendenti.


_DSC0081.JPGNessuno vuole la fabbrica di laminati d'alluminio della ex Ila.

La manifestazione di interesse per acquistare lo stabilimenti messo all'asta si è infatti chiusa con un nulla di fatto.

Nessuna offerta d'acquisto è stata depositata per acquisire gli impianti fermi da quasi due anni e al centro di una procedura fallimentare che ha visto già diverse aste andare deserte.

L'ufficialità si avrà solo mercoledì, ma la notizia ufficiosa circola già: venerdì scorso (termine ultimo per presentare le offerte d'acquisto) nessun gruppo o singolo imprenditore avrebbe manifestato l'intenzione di rilevare la Ila.


ASTA DESERTA

Un'altra bella mazzata per i 189 dipendenti che da circa due anni convivono con la cassa integrazione e con l'incubo, sempre più reale, di non veder mai più riavviata la fabbrica-gioiello delle seconde lavorazioni di alluminio a Portovesme.

Perché l'asta deserta significa altri ammortizzatori sociali per gli operai, ma si traduce anche in impianti fermi ad oltranza, senza manutenzioni e, quindi, a serio rischio di diventare inutilizzabili.

«Dalla Regione ci avevano garantito un'informazione costante e precisa sugli sviluppi e ci avevano indicato la data del 19

- dice Franco Bardi, segretario della Fiom Cgil

- ma in queste settimane non siamo stati aggiornati su un bel nulla, ora vediamo se mercoledì salterà fuori qualche novità».


IL PREZZO BASE

Mercoledì è il giorno indicato per l'apertura delle buste con le eventuali offerte, ma un tam tam sempre più insistente dice che non ci sarà nulla da aprire perché non è arrivata nessuna offerta.

Il fatto che nessuno abbia formalizzato il proprio interesse ad acquistare la Ila non significa che manchino in assoluto i pretendenti: potrebbe essere una tattica attendista, per far calare il prezzo base fissato in 9 milioni.

Oppure si vorrebbero intraprendere altre strade.

«Se dovesse risultare che davvero non c'è nemmeno un'offerta

- osserva Remo Fantin della Rsa di fabbrica

- la curatela fallimentare potrebbe sempre intraprendere la strada della trattativa privata con gli eventuali imprenditori interessati».


L'INTERESSE

Qualche settimana fa, nell'ultimo incontro alla Regione, prima di smontare le tende piazzate davanti al palazzo di viale Trento, il presidente Cappellacci aveva comunicato che c'era un'azienda solida e seria interessata ad un discorso di “comparto” nel Sulcis.

Interesse che comprendeva sicuramente la Ila. Il gruppo imprenditoriale ha avuto anche degli incontri con la Sfirs, ma ora i lavoratori aspettano di conoscere gli esiti di questa trattativa.

Ieri mattina, proprio per fare il punto, gli operai si sono riuniti in assemblea a Portovesme: è stata ribadita la forte preoccupazione e la voglia di sapere cosa sta succedendo.

E, così è stato deciso, nei prossimi giorni i lavoratori della Ila dovrebbero mettere in atto nuove iniziative di protesta.

Intanto è arrivata una convocazione alla Regione: il 4 giugno il Comitato inter-assessoriale affronterà con i sindacati la spinosa questione della fabbrica di laminati.

Fino a qualche anno fa esempio riuscito di seconde lavorazioni a Portovesme, oggi uno dei tanti monumenti al lavoro che non c'è.


ANTONELLA PANI

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