L'olio combustibile al centro del confronto

Pubblicato il da sandro

LA VERTENZA. 
Le trattative preoccupano i cassintegrati: il problema resta quello del prezzo.
Sempre attivo il presidio davanti al Consiglio

         di Antonella Pani

La partenza dei cinquecento per Roma si avvicina, ma mentre parte il conto alla rovescia per il vertice ministeriale di giovedì cresce anche la preoccupazione dei lavoratori dello stabilimento dell'Eurallumina. Perché le poche notizie che arrivano da Roma non sono confortanti e con quelle gli operai devono fare i conti. 

L'ACCORDO NON C'È 

Le ultime sono molto più che indiscrezioni, visto che sono state trasferite ai sindacati sardi (e poi ai lavoratori) direttamente dalle segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil. «Giovedì scorso i segretari nazionali hanno incontrato il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani per la vertenza Vynils - dice Francesco Garau, delegato Filctem Cgil nella Rsu dell'azienda - e a margine di quel vertice, hanno chiesto informazioni sulla partita dell'olio combustibile. Il ministro ha detto che ancora non c'è un accordo sui prezzi chiesti da Eurallumina per quella quantità di olio combustibile. Ora stiamo provando a contattare la Regione, per capire cosa hanno fatto in questi giorni. È chiaro che siamo molto preoccupati». 

I TEMPI DEL RIAVVIO 

Il problema numero uno è ancora una volta la fornitura di olio combustibile, indispensabile per accorciare i tempi del riavvio della fabbrica. Infatti, secondo il piano del ministero, la fabbrica potrebbe superare il problema dei costi energetici con una centrale a carbone, per la cui costruzione sarebbero necessari tre anni di lavoro.
Nel frattempo però, si potrebbe già riavviare la raffineria di allumina con le caldaie ad olio combustibile: in questo caso sarebbero necessarie modifiche agli impianti, con lavori che durerebbero circa un anno e mezzo. Ecco perché l'olio combustibile è diventato il fulcro di tutto il piano di rilancio dell'Eurallumina. È da mesi che si prova a trovare un accordo: in un primo momento sembrava impossibile reperire tutta la quantità necessaria di combustibile (all'Eurallumina, come ricordato anche sopra, ne servono 270 mila tonnellate), poi raggiunta la quantità è spuntato il problema del prezzo. In base alle notizie che sono giunte da Roma alle organizzazioni sindacali, fino alla scorsa settimana l'accordo non era ancora stato raggiunto. 
Restano due giorni per chiudere una partita indispensabile: senza olio combustibile sarà difficile cominciare a discutere di riavvio. Poi dovranno essere esaminati altri problemi, come il bacino dei fanghi rossi, la costituzione della Newco partecipata dalla Regione per costruire la centrale a carbone. Ma prima serve l'intesa sull'olio combustibile.

IL PRESIDIO 

Intanto i lavoratori in tuta verde non mollano, il presidio di via Roma a Cagliari è sempre attivo: è da 27 giorni che hanno montato le tende davanti al Consiglio regionale, organizzati in turni e sostenuti da una rete di solidarietà, per tenere alta l'attenzione in vista dell'incontro al ministero, prima fissato per il 31 marzo poi rinviato al 14 aprile. 
In attesa di buone notizie i preparativi per la trasferta a Roma sono entrati nel vivo: 500 persone tra lavoratori dell'Eurallumina, degli appalti, delegazioni da tutte le fabbriche del Sulcis e rappresentanti istituzionali si imbarcheranno mercoledì per sfilare in corteo nella capitale giovedì mattina, da piazza Repubblica a piazza Barberini. Qui si attenderà il risultato del vertice ministeriale con l'Eurallumina, sperando in qualche certezza dopo due anni di purgatorio e con un unico obiettivo ribadito a gran voce dai lavoratori in tutte le manifestazioni: «L'Eurallumina deve riaprire».
 


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