EURALLUMINA PRESIDIA IL MUNICIPIO

Pubblicato il da sandro

 Nuova disperata protesta dei dipendenti dell'azienda del gruppo Rusal: «Non ci rassegneremo alla chiusura della fabbrica»

tenda-ai-cancelli-0075-copia-1.JPGA ncora protesta, ancora mobilitazione per gli operai dell'Eurallumina. Striscioni, caschi da lavoro, bandiere sindacali e 150 operai in cerca di risposte si sono trasferiti ieri nell'aula consiliare del Comune di Portoscuso, occupandola per tutta la mattinata. L'istituzione fisicamente più vicina, a qualche chilometro di distanza dalla fabbrica chiusa, è stata invasa dai lavoratori per un nuovo disperato grido d'aiuto prima della riunione di questa mattina a Cagliari, con il comitato anti-crisi. «Non è possibile avere a che fare ogni volta con un'ipotesi diversa, questa cosa sta allungando i tempi e noi non possiamo permetterlo - dice Sergio Murenu, delegato della Rsu - bisogna fare presto, avere un progetto definitivo e da quello partire al più presto. La nostra vertenza deve essere seguita ai massimi livelli istituzionali, non abbiamo molto tempo a disposizione». I numeri, in questo caso, sono impietosi: la cassa integrazione scade il 31 dicembre ma, per far arrivare il vapore in fabbrica, nell'ipotesi migliore serviranno 18 mesi. Senza bisogno di calcolatrice, e al netto di improbabili miracoli, è evidente che anche il 2011 sarà un anno di cassa integrazione per i lavoratori dell'Eurallumina. Gli operai combattono per accelerare i tempi, superare le incertezze, cancellare il calvario di una fabbrica ferma e assediata da un silenzio irreale. Ieri hanno occupato l'aula consiliare di Portoscuso, hanno avuto un incontro con il vicesindaco e l'assessore comunale all'Industria, poi dal Municipio della cittadina industriale è partito un documento indirizzato al Prefetto per segnalare ancora una volta il dramma senza fine vissuto da questi lavoratori. Nel primo pomeriggio striscioni, bandiere ed operai sono tornati a Portovesme, davanti a quella fabbrica muta e paralizzata che per quarant'anni è stata il fiore all'occhiello del polo industriale e poi un giorno, come nel peggiore degli incubi, è diventata un impianto troppo oneroso per i nuovi proprietari russi alle prese con la crisi dei metalli. Per la verità la Rusal aveva avvertito, tempo prima, che i costi di produzione erano insostenibili. E aveva ancora dimezzato la produzione mantenendo, stranamente, tutti al lavoro. Segnali ignorati o forse sottovalutati, fino alla fermata.
Il presidio davanti ai cancelli è andato avanti fino a sera, poi gli operai si sono dati appuntamento a questa mattina, perché anche loro saranno a Cagliari, a manifestare davanti alla Regione mentre si svolgerà la riunione del comitato anticrisi. La settimana calda dell'Eurallumina è iniziata lunedì: la Rsu è andata a Cagliari per un incontro con l'assessore all'Industria, mentre gli operai hanno piazzato una tenda davanti alla fabbrica, fino a quando in tarda serata è arrivata la notizia della convocazione del comitato per venerdì. Martedì nuova assemblea e presidio in fabbrica, mercoledì sit- in a Cagliari davanti alla sede della rappresentanza del Governo e blocchi lungo le strade cagliaritane, con il traffico impazzito. Ieri nuova iniziativa con l'occupazione dell'aula consiliare a Portoscuso. La tensione cresce perché non c'è nessuna certezza, nessuna data ipotizzata per il riavvio di una fabbrica ferma ormai da più di un anno. C'è anche chi ricomincia a guardare il nastro trasportatore che porta l'allumina dal porto all'Alcoa. «Il nostro compito è sempre stato quello di rifornire l'Alcoa, qui c'è sempre stata la filiera, e vogliamo che sia ancora così. Non ci rassegneremo ad una storia diversa». Tute verdi e caschi da lavoro in mano, oggi saranno di nuovo a Cagliari e c'è da scommettere che non passeranno inosservati mentre grideranno la loro disperazione in cerca di certezze per le strade del capoluogo

Con tag articolo

Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post