In piazza la disperazione del Sulcis

Pubblicato il da sandro

I rinvii dell'Eurallumina, il niente di fatto per la vendita della ex Ila, la sanità: nel capoluogo una mattinata di protesta

 

A Cagliari cortei e sit-in contro il Governo e la Regione



Servizi essenziali come quelli sanitari a rischio, fabbriche chiuse senza prospettive chiare di riavvio, cassa integrazione in scadenza per centinaia di lavoratori dal futuri incerto: c'era tutta la disperazione del Sulcis, ieri mattina per le strade di Cagliari. Tre fronti di protesta che si sono saldati sotto i palazzi in cui si decide, all'urlo ormai consueto: «Il Sulcis Iglesiente unito nella lotta, il posto di lavoro non si tocca».


TRE CORTEI

  In sit- in via Roma, davanti all'assessorato alla Sanità, c'erano i sindaci e la Provincia mobilitati contro la chiusura della Rianimazione del Santa Barbara di Iglesias. Da lì la protesta si è spostata in piazza del Carmine, dove gli operai dell'Eurallumina hanno manifestato (con blocchi a singhiozzo che hanno fatto impazzire il traffico) in attesa dell'incontro con il rappresentante del Governo. Poi tutti in viale Trento, davanti al palazzo della Regione, a dare man forte ai dipendenti della Ila, che chiedevano lumi sulla trattativa fallita con Almeco, la società che avrebbe dovuto salvare la loro fabbrica chiusa da quasi due anni. Insomma, per l'ennesima volta le proteste del Sulcis si sono riversate a Cagliari, con tutto il carico di ansia e preoccupazione che continua a tenere sotto scacco centinaia di famiglie. 


EURALLUMINA

 La giornata dei lavoratori dell'Eurallumina è comincia presto: primo appuntamento in via Roma, con i sindaci e la Provincia, a reclamare la riapertura immediata del reparto Rianimazione dell'ospedale di Iglesias e una sanità più efficiente. Intorno alle 10, in corteo per le strade di Cagliari, con tutte le conseguenze per il traffico, scandendo gli slogan e facendo trillare i foschietti. Il corteo ha raggiunto piazza del Carmine, per l'incontro con il rappresentante del Governo. Obiettivo dichiarato sensibilizzare Palazzo Chigi perché si accelerino i tempi per la realizzazione del progetto-vapore, indispensabile per il riavvio degli impianti. La fabbrica di allumina è chiusa da più di un anno, circa 350 lavoratori sono in cassa integrazione (scadrà a dicembre) e non sanno se e quando la fabbrica riavvierà.


IL NODO DEL VAPORE 

La Rusal, la multinazionale russa proprietaria dello stabilimento, pone come condizione per il riavvio la possibilità di ottenere dall'Enel il vapore per alimentare il ciclo produttivo, in modo da sostituire l'olio combustibile, troppo costoso. Ma ad ogni incontro il progetto-vapore varia, i tempi si allungano e il riavvio continua ad essere avvolto dall'incertezza. Al rappresentante del Governo i sindacati hanno affidato le loro richieste. «Siamo stanchi di questi continui cambiamenti, vogliamo un progetto definitivo e vogliamo che la questione sia seguita direttamente dalla Presidenza del Consiglio perché i tempi sono strettissimi. Entro metà luglio la cosa deve essere definita».
Concetti che sono stati trasferiti da Cagliari a Roma, attraverso un documento del rappresentante dell'Esecutivo in Sardegna.


I RINVII

 Sullo sfondo c'è l'altra questione irrisolta, ovvero il bacino dei fanghi rossi. «Nella prossima riunione si dovrà discutere anche di questo tema - dice Roberto Puddu - intanto, siccome il bacino è sotto sequestro giudiziario le autorità hanno interdetto qualunque attività, incluse quelle di controllo e prevenzione ambientale, che invece dovrebbero essere riattivate al più presto». Tutte le questioni dell'Eurallumina saranno affrontate venerdì, durante la riunione del comitato anti-crisi, alle 10.


ANTONELLA PANI

Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post