EURALLUMINIA, I RUSSI PRENDONO TEMPO

Pubblicato il da sandro cherenti

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                                                               Rassegna Stampa

Da "IL SOLE 24 ORE" di mercoledì 4 aprile 2012

Gli azionisti chiedono al Governo di intervenire sul costo dell`energia Eurallumina, i russi prendono tempo Paolo Bricco Costo dell`energia tutto italiano e instabilità tutta africana dei prezzi della materia prima.

Bolletta e bauxite.Il connubio fra questi due elementi rimanda la risoluzione del caso Eurallumina di Portovesme, meno coperto dai media della crisiAlcoa, ma altrettanto devastante, sotto il profilo dell`occupazione e degli equilibri industriali della Sardegna.

Ieri al ministero dello Sviluppo economico la struttura di Corrado Passera, guidata dal sottosegretario Claudio De Vincenti, ha incontrato i vertici italiani del gruppo Rusal, maggior produttore al mondo di alluminio primario e azionista della fabbrica di Portovesme, retaggio del mondo scomparso dell`Efim. Nelle ultime settimane, in un complesso mosaico che vede da tre anni 350 operai in cassintegrazione (si sale a 600 con gli addetti indiretti), alcune tessere sembravano essere andate al loro posto. Qualche giorno fa il Tribunale europeo aveva annullato la richiesta di rimborso delle esenzioni fiscali fatta undici anni fa dalla Commissione europea, per la quale nulla erano se non aiuti di Stato: 3o milioni di euro, fra capitale e interessi arretrati. In più, poco tempo fa, su pressione del ministero dello Sviluppo economico l`Agenzia delle Entrate aveva sbloccato un rimborso Iva da 52 milioni di euro.

Due buone notizie. Anche per questa duplice ragione, che in qualche maniera ha creato delle migliori condizioni di "sistema", De Vincenti ha scritto una lettera direttamente a Oleg Deripaska, il proprietario di Rusal, invitandolo a chiarire le sue intenzioni.

Ieri l`atteggiamento del management italiano, guidato da Vincenzo Rosino, ha chiarito che, all`interno degli equilibri produt- tivi della multinazionale russa, l`Eurallumina resta stategica. Serve a lavorare il minerale africano.

Dunque, sulla carta, l`intenzione è riaprire Portovesme. La tattica, però, è ancora interlocutoria.

L`energia che serve per produrre allumina dalla bauxite è ottenuta dal vapore. E costa troppo. Da qui, la richiesta per niente velata di un intervento del governo.

Dunque, ancora una volta la permanenza o meno nel nostro paese di una multinazionale insieme capital-intensive e ad alto consumo di energia dipende dai meccanismi con cui l`esecutivo potrà o no ridurre il costo di quest`ultima.

E, così, l`u aprile prossimo, al ministero dello Sviluppo i dirigenti di Eurallumina vedranno i funzionari dell`Enel, per esaminare gli aspetti tecnici e soprattutto economici di una fornitura di vapore sotto moral suasion governativa.

Dopo questo faccia a faccia con l`Enel, ci sarà l`ultimo incontro in cui Passera e De Vincenti chiederanno ai dirigenti italiani e soprattutto agli azionisti russiunpiano industriale definitivo.

In un senso o nell`altro.

Anche se il rischio è che, sulla provincia sarda eitaliana, si scarichino tensioni che hanno una scala ben maggiore. Nella scelta di investire o di dismettere, non potranno non avere un peso i problemi fmanziari di Rusal e il conflitto fra la multinazionale e il governo della Guinea, da dove dovrebbe provenire la bauxite destinata a Portovesme. Rusal controlla le miniere di Kindia, di Fria e di Dian Dian. Le tasse sulla bauxite sono state alzate all`improvviso.

Aumentando così i costi di approvvigionamento.

Anche questo conterà nella possibilità o meno, per i 35o lavoratori in cassintegrazione da tre anni, di tornare finalmente in fabbrica.

 350 I lavoratori in Cig Il numero degli operai Eurallumina da tre anni in cassa integrazione 

 

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