Eurallumina, vittoria dei sindacati: la bauxite non uscirà dalla fabbrica

Pubblicato il da sandro

La bauxite non uscirà dalla fabbrica


Sarà stata la mobilitazione degli operai, saranno stati i dubbi dei sindacati. Fattostà che non ci sarà alcun trasferimento di bauxite da Portovesme in Ucraina: l’Eurallumina, dopo una richiesta verbale sospetta arrivata nei giorni scorsi, ha fatto marcia indietro comunicando alle forze sociali del territorio e alla Rsu di fabbrica la decisione di rinunciare a prelevare le 30 mila di tonnellata di minerale stoccate nei piazzali della fabbrica di Portovesme. Questa richiesta doveva soddisfare le esigenze di un impianto dell’Est europeo con gravi problemi di approvvigionamento di minerale. Prima che la Rsu riunisse i lavoratori in assemblea generale per valutare la proposta, l’azienda ha però informato i delegati sindacali di non essere più interessata all’operazione e a trasferire le materie prime giacenti a Portovesme in Ucraina.  Il parere dei segretari generali territoriali di Cgil, Cisl e Uil non era favorevole ma la decisione finale spettava ai lavoratori. Tra l’altro le indagini effettuate dai sindacalisti sul presunto disastro ferroviario accaduto in Guinea, paese produttore di bauxite, avevano escluso qualsiasi incidente dei convogli su rotaie e questo faceva pensare che Rusal fosse ricorsa ad un escamotage per liberare l’area di Portovesme dall’importante cumulo di bauxite stagionata. Trenta mila tonnellate, trasformate in euro, significa mettere in cassa oltre 1.3 milioni di euro: una cifra decisamente considerevole che la multinazionale intendeva incamerare. «Non siamo riusciti ad indire l’assemblea generale dei lavoratori - ha spiegato Sergio Murenu della Rsu - perché l’azienda prima di venerdi scorso ci ha fatto sapere di non essere più interessata a trasferire il minerale. Dico subito che avevamo molti dubbi sulla correttezza della richiesta ma l’ultima comunicazione pervenutaci ha rimesso in ordine le cose». Movimentare 30 mila tonnellata di bauxite a Portovesme per spedirle in Ucraina poteva anche significare che Rusal e quindi l’Eurallumina, poteva avere messo in programma qualche altra operazione: ciò avrebbe significato che Rusal entro 18 mesi avrebbe dovuto impegnarsi a rimpiazzare il minerale rosso. Le intenzioni di Rusal saranno più chiare a settembre quando la multinazionale si presenterà faccia a faccia con i responsabili del ministero dello sviluppo economico per la costruzione della nuova caldaia per la produzione di vapore a bassa pressione. La quota di partecipazione per questo impianto, per quanto riguarda Eurallumina, è di 20 milioni di euro, oltre alla spesa che la multinazionale dovrà sostenere per riavviare gli impianti.


Erminio Ariu

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