Eurallumina nessun segnale di ripresa

Pubblicato il da sandro

I 400 dipendenti cassintegrati temono che slitti il rientro al lavoro

Ancora fermi i lavori preliminari per il riavvio degli impianti


Nella fabbrica chiusa nessun segnale di ripresa.

Così i lavoratori temono che il riavvio dell'Eurallumina possa essere rinviato.

S ono passati sei mesi dalla fermata dell'Eurallumina e dall'inizio della cassa integrazione per i 400 dipendenti. Ma nello stabilimento di Portovesme ancora non si vede nessun movimento, nessun investimento in corso. Tutto immobile.

E tra i lavoratori comincia a serpeggiare il dubbio che la fermata e, dunque, la cassa integrazione, sia destinata a protrarsi per ben più di un anno.

Un'ipotesi che non trova al momento nessuna conferma ufficiale ma che sembra supportata dall'incertezza totale in cui si trovano i lavoratori.

Tanto basta per riportare il caso- Eurallumina all'attenzione di sindacati ed istituzioni.


TUTTO FERMO

«C'è un silenzio molto preoccupante - dice Sergio Murenu, delegato della Rsu - finora non abbiamo notizia di lavori in corso, né conosciamo una data approssimativa per il riavvio degli impianti.

Non sappiamo nulla di nulla, e il silenzio a questo punto non è di buon auspicio. Se per caso la cassa integrazione dovesse prolungarsi oltre i dodici mesi inizialmente stabiliti ci sarebbero ad esempio gravi ripercussioni per i dipendenti che devono andare in pensione nei prossimi medi e che si vedrebbero ridurre sensibilmente l'assegno mensile». 


I MUTUI

Altro capitolo spinoso è quello dei mutui per la casa: sono tanti gli operai che, pur in cassa integrazione, devono pagare la rata.

Nei primi mesi, dopo la fermata della fabbrica, sembrava che fosse stata raggiunta un'intesa con l'Abi per il congelamento dei pagamenti, ma così non è stato.

Ora, quando la copertura garantita dalla cassa integrazione è giunta a metà percorso, è tempo di fare bilanci e capire cosa devono aspettarsi i lavoratori.
Il prezzo dei metalli, dell'alluminio peraltro è in lenta ma costante risalita: sarà sufficiente per convincere la Rusal a riaprire la raffineria di Portovesme?

Tanti interrogativi e tanti dubbi ancora senza risposta. Questa mattina è prevista una riunione della Rsu di fabbrica: i delegati faranno il punto della situazione e chiederanno chiarezza sul destino dell'impianto.


LA CRISI

Fino a un anno fa l'Eurallumina era la realtà più solida del polo industriale di Portovesme, ma la crisi internazionale non ha lasciato scampo alla raffineria, da due anni in mano alla multinazionale russa Rusal. Tra le grosse aziende presenti nell'area industriale del Sulcis l'Eurallumina è la fabbrica che sta pagando il prezzo più alto alla crisi: produzione azzerata, cancelli sbarrati e operai a casa.


  ANTONELLA PANI

 

Con tag articolo stampa

Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post