I sindacati: «Giù le mani dall'Igea»

Pubblicato il da sandro

Cgil, Cisl e Uil aziendali chiedono il blocco delle cessioni

I beni che fanno parte del patrimonio delle vecchie miniere non devono essere ceduti ai Comuni. Lo chiedono i sindacati dei dipendenti dell'Igea, la società regionale che ne detiene la proprietà. Giù le mani dal patrimonio dell'Igea. Gli immobili e i siti della società mineraria continuano a fare gola a tanti, ma i rappresentanti della Rappresentanza sindacale unitaria della società mettono in guardia: la gestione del patrimonio, che rappresenta un valore storico culturale immenso, deve rimanere in capo alla società controllata dalla Regione. Di più. I beni già ceduti alle amministrazioni che non sono state in grado di valorizzarli come stabilito al momento della cessione, devono ritornare all'Igea. Un caso su tutti è quello dei 600 ettari di terreni ricoperti da sugherete diventati patrimonio comunale di Iglesias, per i quali già la precedente presidenza della società aveva chiesto spiegazioni al Comune.

LE CESSIONI

 Ebbene, i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, ritengono che non si possa più andare avanti in questo modo. «I beni hanno un valore immenso sotto diversi punti di vista - spiega Marco Tuveri, della Uil - da quello economico a quello culturale e turistico, nonché occupazionale. Ebbene, noi diciamo che deve essere l'Igea a occuparsi della gestione, favorendo l'impiego di nuove maestranze». Il sindacato parte dal presupposto che non tutte le amministrazioni che hanno acquisito i beni sono state in grado di utilizzarli per le finalità stabilite, quelle di pubblica utilità. «Nei terreni del Guspinese sono stati creati una quarantina di nuovi posti di lavoro, quelli ceduti a Iglesias non hanno fruttato nulla», incalza Tuveri, a titolo di esempio.

IL PATRIMONIO

 I rappresentanti sindacali (della Rsu fanno parte anche Giampaolo Delrio e Pierpaolo Emmolo, rispettivamente Cgil e Cisl) evidenziano che nel patrimonio immobiliare «ricadono i più rappresentativi cantieri della storia mineraria che la stessa Igea sta provvedendo, attraverso la capacità delle proprie maestranze, a mantenere in normale stato di agibilità a scopi scientifici, formativi, didattici, culturali e turistici rappresentando le unità eco museali del Parco Geominerario e dando stabile impiego ad una parte dei minatori attualmente impiegati nella società».
Da parte dei rappresentanti dei lavoratori arriva anche un giudizio positivo al protocollo siglato fra Igea e Parco Geominerario in merito alla valorizzazione e gestione del patrimonio ex minerario. Una collaborazione ritenuta valida per garantire una migliore accoglienza dei visitatori, attraverso la predisposizione di itinerari e la presenza di guide e strutture adeguate.

LA GESTIONE

«Riteniamo che in questo modo si possano fermare i pericolosi tentativi attuati da alcuni interessati ad acquisire in solitudine i diversi siti e smembrare questa ricchezza in mille rivoli gestionali, creando un inutile spezzatino della storia e del lavoro delle miniere e dei minatori. Per questo invitiamo gli amministratori della società a proseguire con fermezza in questa direzione auspicando che anche l'attività riguardante la gestione dei siti minerari, come quella più propriamente statutaria della messa in sicurezza, ripristino ambientale e bonifica delle aree minerarie dismesse, rappresenti un punto strategico del piano industriale futuro dell'azienda». Cgil, Cisl e Uil non chiudono le porte a soggetti privati interessati a realizzare nuove attività economiche. Ma la loro attenzione è rivolta, in modo particolare, ai minatori o ex minatori che pur avendo diritto all'acquisto degli immobili, hanno dovuto avviare un contenzioso legale con la società e non sono ancora proprietari delle case in cui abitano. «È ora di porre fine a queste vertenze», dicono i sindacati.


    CINZIA SIMBULA

Con tag articolo stampa

Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post