... per non dimenticare.....27.03.2008

Pubblicato il da sandro

Ampliamento del bacino, 700 milioni di tonnellate
di bauxite in arrivo


 Erminio Ariu

PORTOVESME.
Qualche schiarita sul futuro dell’Eurallumina, la fabbrica di ossido di alluminio recentemente acquistata dalla multinazionale Rusal, è arrivata ieri mattina quando l’amministratore delegato, Vincenzo Rosino, e il direttore di stabilimento, Nicola Candeloro, hanno comunicato ai delegati della Rsu di fabbrica la ripresa dei lavori di ampliamento del bacino dei fanghi rossi e il reperimento di ben 700 milioni di tonnellate di bauxite nei giacimento della stessa multinazionale russa.
 Scenari che fanno calare il clima di preoccupazione.
 Caute le reazioni da parte sindacale alla fine dell’incontro. Il pacchetto degli intervanti annunciati dai vertici aziendali ai sindacalisti ha scongelato una situazione che, di giorno in giorno stava diventato sempre più preoccupante dopo il crollo della produzione del mese scorso, quando si temeva la fermata della fabbrica e il possibile ricorso a provvedimenti drastici per i 600 lavoratori dello stabilimento.
Rusal ha annunciato di confermare gli investimenti ed ha stanziato 10 milioni di dollari per completare il bacino dei fanghi rossi, lavori sospesi per qualche settimana, per consentire all’impianto di stoccaggio dei residui della lavorazione della bauxite, un’autonomia operativa fino al 2020.
Per quanto riguarda la disponibilità di materia prima la multinazionale venuta dal freddo ha deciso di far ricorso ai giacimenti di casa propria evitando di rimanere stritolata dalla concorrenza, e ha deciso di agire in regime di maggiore autonomia anche sul fronte degli approvvigionamenti per le prime lavorazioni che si effettuano nell’impianto di Portovesme.
La materia prima c’è e si trova nelle proprie miniere, si parla di 700 milioni di tonnellate, ma per il momento non è compatibile con gli impianti di Portovesme e soprattutto non macinabile con i frantoi attualmente in uso.
Troppa polverosità e quindi problemi ambientali che metterebbero in stato di allerta gli abitanti di Portoscuso e Paringianu. Inconveniente che non verrà tuttavia trascurato.
 Rusal ha infatti annunciato di intervenire sull’adeguamento degli impianti per rispettare l’ambiente e la salute di quanti operano in fabbrica e di chi vive a poche centinaia di metri dallo stabilimento.
L’investimento dovrebbe aggirarsi intorno a 700 mila dollari.
Dialogare con lo staff dirigente della fabbrica è diventato intanto impossibile.
 I vertici della nuova azienda hanno posto veti dovunque e a tutti e solo Mosca è in grado di impartire ordini.
 Ogni decisione viene dalla Russia e si decide anche sulle spese di ordinaria amministrazione.
 È stata trasferita in Sardegna la modalità operativa delle altre aziende di Rusal, dove il sindacato ha scarsa voce in capitolo e ai manager non è consentito avere rapporti con i delegati di fabbrica e con i cronisti.
Solo i delegati di fabbrica ieri hanno violato una consegna che appare decisamente assurda in Italia e nel Sulcis Iglesiente, dove il dialogo tra azienda e lavoratori o chi li rappresenta è il sale per evitare contrasti e tensioni. «Le informazioni pervenute dall’azienda — ha commentato Sergio Murenu, della Rsu Cgil — allontanano le preoccupazioni che si erano manifestate in passato.
C’è indubbiamente un momento di crisi nel mercato internazionale dell’ossido d’alluminio sopratutto per quanto riguarda il prezzo secondo le quotazioni di Londra ma negli ultimi giorni l’allumina si vende a circa 400 dollari a tonnellata.
A questi livelli le perdite sono contenute anche se a fine anno il bilancio sarà pesantemente in rosso.
Abbiamo notato che per frenare le perdite Rusal ha deciso di tagliare sulle spese, sta cercando di ottimizzare la produzione ed evitare gli sprechi».
Le verifiche si faranno fra qualche mese.

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