Il governo assicura: «L'industria sarda dell'alluminio non chiuderà»

Pubblicato il da sandro cherenti

De Vincenti: «L'isola non perderà il patrimonio industriale». Lo assicura il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti che su Alcoa ha anche detto: «Sarà salvata e rilanciata»

          di Alfredo Franchini

 L'industria sarda sarà difesa. Lo assicura il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti. Un sistema non può sopravvivere senza industria e ieri il governo ha manifestato l'intenzione di voler fermare l'emorragia di imprese.


La Sardegna - ha riconosciuto il presidente Napolitano nella sua recente visita nell'isola - è la regione più in difficoltà in Italia. Una situazione che si rispecchia nella fuga delle grandi aziende, le quali si lamentano della mancanza d'infrastrutture, nella cancellazione di interi settori industriali, come il tessile del Nuorese, e in definitiva nella mancanza di una vera e propria stategia industriale. Di fronte a problemi enormi, Cgil-Cisl e Uil hanno proclamato per il prossimo 13 marzo lo sciopero dei settori produttivi su entrate, sviluppo e lavoro.

La questione Alcoa, da tempo sotto i riflettori delle cronache nazionali, è diventata un paradigma di quello che manca all'industria sarda. Il settore dell'alluminio, infatti, non è affatto desueto, tutt'altro: l'alluminio è ancora uno dei materiali più importanti visto che è alla base di produzioni che vanno dai cristalli delle auto, alla carta da forno o alle tovaglie da campeggio. La multinazionale americana Alcoa, però, contesta la mancanza d'infrastrutture e su tutte: l'impossibilità di avere nell'isola il costo dell'energia come nelle altre regioni; e addirittura l'impossibilità di far attraccare navi di grandi dimensioni che trasportano la materia prima nei porti del Sulcis.

«Il Governo è convinto ch e la filiera dell'alluminio nel Sulcis sia un patrimonio», assicura il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, in un'intervista alla Nuova.

- L'alluminio non è un materiale desueto, anzi, ha un mercato immenso. Eppure sembra che la Sardegna debba rinunciare a queste produzioni.
«È sicuramente un patrimonio caratterizzato da risorse umane, capacità produttive e tecnologiche che devono essere valorizzate», risponde Claudio De Vincenti, «è per questo che, insieme con la Regione, la Provincia e le istituzioni locali, il ministero dello Sviluppo economico sta seguendo con grande attenzione le crisi di Alcoa ed Euroallumina con lo scopo di arrivare a una soluzione».

- Sì ma Alcoa vuole andare via per la mancanza di infrastrutture e va a scadenza il regime di aiuti speciali.
«Per quanto riguarda Alcoa, l'esecutivo e le istituzioni locali stanno lavorando per promuovere un accordo tra l'azienda e i sindacati che preveda il ritiro della procedura di mobilità, il mantenimento in efficienza degli impianti e il ricorso ad ammortizzatori sociali. L'obiettivo non solo è di mantenere in vita lo stabilimento ma di rilanciarlo».

- Impianti fermi all'Eurallumina e progetti bloccati. E dopo la chiusura di Euroallumina, Alcoa deve approvvigiornarsi di materia prima solo dall'esterno.
«Lo so, i lavoratori di Eurallumina sono in cassa integrazione da tre anni, il governo e le istituzioni lo cali stanno sollecitando l'azienda a presentare un piano industriale che preveda la ristrutturazione e la riapertura dell'impianto».

- Ma lei è sinceramente ottimista?
«Abbiamo di fronte grandi difficoltà che però possono essere superate se tutti gli attori coinvolti lavoreranno con costanza e determinazione. Come governo siamo impegnati a costruire le condizioni per riconvocare al più presto sia il tavolo sulla crisi di Alcoa, sia quello per la crisi di Euroallumina».

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