Eurallumina altri dodici mesi di stop
Gli impianti resteranno fermi per tutto il 2010, l'azienda chiede la proroga della cassa integrazione
PORTOVESME Per tutto il 2010 l'Eurallumina non sarà riavviata, anzi l'azienda chiederà una proroga della cassa integrazione per un altro anno: è quanto l'amministratore delegato Vincenzo Rosino ha comunicato ieri mattina in Confindustria alle organizzazioni sindacali, che da settimane premono per verificare gli impegni sottoscritti a marzo 2009 da Governo e azienda.Ma se qualcuno si era fatto illusioni su una rapida ripartenza della raffineria di allumina di proprietà della Rusal, dovrà ricredersi.
60 MILIONI DI DOLLARI
I vertici aziendali hanno spiegato che non ci sono le condizioni economiche per riavviare gli impianti, sottolineando che avviare oggi significherebbe perdere 60 milioni di dollari all'anno.
E dunque all'orizzonte, ormai certa, c'è la proroga della cassa integrazione per i quattrocento dipendenti diretti e i trecento delle imprese d'appalto.
«Sappiamo che il prezzo della bauxite, la materia prima, è diminuito, mentre il prezzo dell'allumina è aumentato, quasi raddoppiato rispetto alla fermata.
E allora- dice Sergio Murenu, delegato della Filcem Cgil nella Rsu di fabbrica- ci devono spiegare come mai la fabbrica non può ancora ripartire.
Di sicuro non staremo fermi con le mani in mano ad aspettare in silenzio che passi il 2010.
Qui c'è bisogno di mobilitarci, e anche in fretta».
STOP FORZATO
Questa mattina in fabbrica è prevista l'assemblea generale dei lavoratori per informare gli operai sull'incontro in Confindustria.
Novità sostanziali non ce ne sono, a parte il tempo che passa e condanna impianti e lavoratori a un altro anno di stop forzato, in attesa di segnali positivi.
«Dobbiamo fare in modo che Regione e Governo dedichino attenzioni particolari a questa vertenza- dice Nino D'Orso, segretario della Femca Cisl- tutti insieme dobbiamo trovare una strada unitaria per fare in modo che la fermata si riduca, perché è chiaro a tutti che un altro anno di cassa integrazione è un problema a carattere sociale».
MATERIA PRIMA
L'azienda sta portando avanti degli studi per modificare in parte gli impianti per la produzione di un'allumina speciale che ha un mercato interessante in Italia.
E intanto prosegue la ricerca di un sito per lo stoccaggio dei fanghi rossi, considerando che se arrivasse il dissequestro del sito, il bacino di Sa Foxi potrebbe accogliere scarti di lavorazione per altri 4-5 anni.
«La Rusal dice di essere interessata allo stabilimento di Portovesme- dice Tonino Melis, della segreteria Uilcem- e sta progettando una diversificazione della produzione, ma ritiene che in questo momento non ci siano ancora le condizioni per il riavvio.
Proprio per confrontarci sul dato economico è in programma una riunione per le prossime settimane, in fabbrica, in modo da fare chiarezza su quali sono le condizioni ideali per fare finalmente ripartire gli impianti».
La Rusal ha fermato la raffineria di allumina a marzo del 2009, per una fermata temporanea, senza però indicare una data precisa per il riavvio degli impianti.
SCORTE INVENDUTE
«Riavvieremo quando ci saranno le condizioni economiche», dicevano i manager un anno fa. A distanza di dieci mesi dallo stop alle produzioni non è ancora tempo di riavvio. L'azienda ha confermato l'aumento del prezzo dell'allumina, ma ha anche ribadito che circa 4 milioni di tonnellate di materiale sono ancora invendute. Intanto ai primi dodici mesi di fermata, se ne aggiungeranno altri dodici: ancora ammortizzatori sociali per i lavoratori e incertezze per un territorio che non riesce a superare una crisi industriale senza precedenti.
ANTONELLA PANI