Alcoa: da tempo in lotta con il tempo

Pubblicato il da sandro

Parole, parole, parole...
E la vicenda dell'Alcoa va avanti - male - a dispetto della buona volontà del ministro Scajola che sta cercando di fermare il disastro annunciato dalla multinazionale Usa dell'alluminio, fortemente intenzionata a lasciare il nostro Paese.

Ma, si sà, è la via dell'Inferno che è lastricata di buone intenzioni, vale a dire che incontrarsi ai tavoli di concertazione serve a ben poco se il Governo non riesce a "trattare" con chi vuole chiudere lo stabilimento di Portovesme che fa vivere, calcolando anche l'indotto, oltre 2mila persone. Infatti, il ministro delle Sviluppo economico ha proposto e ottenuto nel Consiglio dei ministri un provvedimento che però Alcoa non vuole considerare.

E questo succede in Sardegna dove i lavoratori, che rischiano nell'immediato uno stop di sei mesi, dopo occupazioni, nottate passate sulla torre della fabbrica e via dicendo in tema di mobilitazione operaia, hanno "invaso" con striscioni e bandiere la pista dell'aeroporto di Cagliari-Elmas in un estremo tentativo di dire "ci siamo". Ma la paura di perdere il lavoro serpeggia anche nell'impianto di Fusina nel Veneto dove si continua a temere che la multinazionale abbia intenzione di chiudere anche quella fabbrica.

L'annunciata fermata dello stabilimento di Portovesme rischia di mettere definitivamente in ginocchio un intero territorio, il Sulcis Iglesiente, dove la disoccupazione arriva al 30% e molte aziende controllate da multinazionali (Eurallumina, Rockwool e la stessa Alcoa) hanno deciso di fermare gli impianti e lasciare a casa gli operai che oggi possono contare solo sugli ammortizzatori sociali.

I lavoratori hanno interrotto la protesta e se ne sono andati dallo scalo aereo solo dopo l'annuncio che il Governo ha anticipato al 2 febbraio a Roma, l'incontro con i vertici della multinazionale statunitense e i sindacati originariamente fissato per il 5 febbraio. Se ne sono andati sperando in un atto straordinario che tenga accesi gli impianti. Sarà solo l'ennesimo tavolo?
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