Dal primo maggio si ferma la linea piombo della Glencore
Ugo Cappellacci
Sulcis, altre due fabbriche a rischio
Incertezza sul futuro della Portovesme srl e dell'Alcoa
Le tariffe energetiche agevolate non arrivano e l'incertezza mette a rischio altre due fabbriche del polo industriale di Portovesme che potrebbero fermare gli impianti.
C 'è un'altra fabbrica che rischia la fermata nel Sulcis: la Portovesme srl dai primi di maggio avrà due terzi della produzione fermi, con lo stop alla linea piombo che si aggiunge al blocco dei forni Waelz di metà febbraio.
E l'impianto elettrolitico, dove si produce zinco, rischia la stessa fine se entro brevissimo tempo non si concretizzeranno le tariffe energetiche speciali e l'accordo di programma.
IL VERTICE
Una situazione esplosiva, che sarà al centro dell'incontro fissato per oggi alla Regione con il presidente Ugo Cappellacci
A più di un mese dallo sciopero generale del 13 marzo, sindacati, Provincia, sindaci e associazioni di categoria incontreranno il presidente.
Osservate speciali le due grandi fabbriche di Portovesme ancora apertel'Alcoa e la Portovesme srl.
Due aziende messe a dura prova dalla crisi dei metalli, ma anche dalle carenze strutturali denunciate da anni, primo fra tutti il caro-energia
Tutti aspettano l'approvazione del Virtual power plant (Wpp), il provvedimento che dovrebbe dare il via libera alle tariffe agevolate, ancora fermo in Parlamento mentre il tempo scorre e la situazione precipita.
PORTOVESME SRL
Drammatico il quadro alla Portovesme srl: da metà febbraio sono fermi i forni Waelz, dai primi di maggio si fermerà la linea piombo
Complessivamente ci saranno più di 500 lavoratori in cassa integrazione, ma potrebbe anche non essere finita qui.
Perché la Glencore aveva già detto qualche settimana fa di essere disposta a tenere in marcia l'impianto elettrolitico (l'ultimo superstite di tutta la linea produttiva) se si fossero concretizzati alcuni provvedimenti Vpp, accordo di programma, progetto eolico, fissando il tempo di verifica a maggi
La resa dei conti è dietro l'angolo ma, a meno di sorprese in extremis, neanche una di queste condizioni si è realizzata e dunque l'incubo della fermata totale alla Portovesme srl rischia di materializzarsi molto presto
«Speriamo veramente che dall'incontro alla Regione possano arrivare risposte rassicuranti - sostengono dalla Rsu Tore Cappai, Tonino Melis e Enzo Lai,perché la tensione sale e le risposte della politica si fanno attendere.
Sappiamo tutti che c'è una crisi gravissima, ma sappiamo anche che il dovere della politica sarebbe quello di limitare il più possibile la portata di questa crisi
Il Vpp e l'accordo di programma sono indispensabili per scongiurare il peggio, non vorremmo assistere alla fermata totale degli impianti».
ALCOA
Anche all'Alcoa, dove si produce alluminio, le acque sono piuttosto agitate:
la multinazionale americana non ha indicato una data da "fine del mondo", ma già da diverse settimane va avanti una trattativa con la Rsu sugli esuberi.
Proprio ieri mattina il direttore dello stabilimento è volato in Spagna, per presentare numeri e piani di riduzione dei costi al responsabile europeo Ramos
«C'è innegabilmente una situazione di mercato preoccupante,dice Rino Barca,segretario regionale dei metalmeccanici,a questo si aggiunge che ancora il Vpp non si è concretizzato, e se anche dovesse essere approvato a breve, l'iter delle tariffe non sarebbe ancora concluso perché ci sarebbe il passaggio con l'Autority e con l'Enel.
Il nostro auspicio è che nell'incontro alla Regione il presidente Cappellacci assuma l'impegno presso il Governo di accelerare sul Vpp e sull'accordo di programma per la Portovesme srl, perché la nostra industria non può morire».
Produzione ferma, con lo stop alla linea piombo che si aggiunge al blocco dei forni Waelz di metà febbraio
E l'impianto elettrolitico, dove si produce zinco, rischia la stessa fine se entro brevissimo tempo non si concretizzeranno le tariffe energetiche speciali e l'accordo di programma.
ANTONELLA PANI